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Viaggio nel GRANDE Brasile

13/06/2014

Viaggio nel GRANDE Brasile
di Ornella Boscato

Sono anni che conosco la “Fondazione SENZA FRONTIERE”. Anzi per essere precisa ne ho visto la nascita, il pensiero, la volontà di fare, l’impegno nella ricerca dei fondi, la collaborazione nel progettare, ma solo ora, con un viaggio che definisco speciale, ne ho toccato il cuore.

Mi arriva quasi ogni anno, la notizia di un “viaggio solidale” in terra brasiliana.
Lavoro e non ho il tempo di approfondire il senso del viaggio.
Arriva la pensione ed ancora non mi sento toccata dalla voglia di vedere dove i miei e gli altri contributi vanno a parare.
Poi la svolta, mio marito restio a viaggi che pensiamo di sopravvivenza, mi propone il viaggio con la Fondazione.
Non subito ma appena possibile si parte!

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Siamo in pochi, siamo in sette; non ci conosciamo se non per contatti formali o professionali. Ma c’è anche lui, Anselmo, il fondatore, il propulsore, la mente ma anche il motore di tutto quello che là, nel grande Brasile, riuscirò a vedere e riuscirà a lasciarmi stupita.
E’ maggio, si parte con tempistica ed organizzazione perfetta, c’è Alessandra la “super segretaria” sempre al nostro fianco per risolvere ed illustrare ogni necessità o curiosità che nel corso dei 18 giorni di viaggio possono sorgere ed affiorare.
Poi c’è Stefano, lui è un veterano di questo viaggio. In cuor mio sono curiosa di capire che “gusto” trova a ritornare sempre lì!
C’è Alberto, un coetaneo di mia figlia, con lui mi sento materna. Lo preparo all’impatto con il Brasile: “Vedrai – gli dico – là c’è tutto di grande, dalle piante alle formiche… tutto è immenso”.
Io sono con mio marito e sono tranquilla anche perché c’è Domenico, persona squisita e speciale, che mi da sicurezza perché siamo della stessa età, e perché lui, anche se non lo sa mi ha dato tanta serenità dal punto di vista della salute.

Partiamo il 3 maggio ed atterriamo di notte a Fortaleza. Trasferimento, e sarà sempre cosi, con un pulmino a noi riservato. Quindi niente aria condizionata incontrollata, tutto viene regolato alle nostre necessità e questo è già un passo buono per evitare gli “stress” dei viaggi in terre sconosciute.

Ci trasferiamo a Iguape nella Posada che la Fondazione mette a disposizione per chi affronta viaggi impegnativi, e comunque lì davanti all’immensità dell’ oceano e al silenzio della spiaggia trovi subito la pace.
Il giorno dopo si va in paese, è subito incanto!
Nessuno ci conosce ma tutti ci salutano. E’ ovvio c’è Anselmo con noi, e lui l’italiano, è accolto con sorrisi, parole, abbracci.
Si va in tutte le vie, in qualche piccolo negozio di artigianato, in un bar senza pretese,non prendiamo niente, ma parliamo sorridiamo abbracciamo anche noi quegli innumerevoli bambini che spuntano da ogni dove, quelle donne sedute davanti alle porte di casa o nel “Gran Bazar” dove possono vendere i loro lavori di tombolo, ricamo, intreccio ecc…o gli uomini che stanno approntando le reti e le barche per la pesca che si farà domani.
Quando torniamo nella Posada perché è ora di cena, troviamo la bellezza dei piatti brasiliani e ne gustiamo la bontà, siamo tutti sorpresi e felici. Non abbiamo dato niente, abbiamo ricevuto tanto, e abbiamo fatto solo una bella camminata tutti insieme incontrando gli altri.
Si parte bene, tra noi comincia a fondersi il gruppo, si parla, si fanno domande, si scherza, si fanno foto e riprese. Il giorno dopo ci attendono bagni di sole e di oceano e ci si disseta con il fresco del latte di cocco.

E’ veramente rilassante, recuperiamo subito lo stress del viaggio, e siamo pronti per andare dai “ nostri bambini”, quelli che sosteniamo con le adozioni e dopo un bel viaggio in aereo, arriviamo là a Miranda Do Norte, e qui mi si è aperto il cuore, mi sono sentita a casa!
L’accoglienza delle due cofondatrici, delle insegnanti, dei volontari ma soprattutto l’affettuosità e l’entusiasmo dei bambini ci hanno donato gioia, entusiasmo soddisfazione di essere arrivati li, momenti di felicità e tanta commozione.

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La responsabile Sig.ra Eloiza ci racconta la genesi dell’asilo di Miranda denominato “Centro Comunitario”. Questo progetto non ancora realizzato appieno, e oggetto di anni di sacrifici, impegni, solitudine, sofferenze comincia ora a dare soddisfazioni e serenità alle famiglie ma soprattutto ai piccoli che lo frequentano, e, per la sua organizzazione è anche soggetto di riconoscimenti.
Si perché questo asilo di ben 125 bambini è diventato per Miranda Do Norte, un riferimento, un punto sicuro dove i bimbi trovano persone che li accolgono che li formano, che garantiscono a tutti un pasto completo ed abbondante, ma che soprattutto vogliono a loro tanto bene. Ora l’Amministrazione locale, visti gli ottimi risultati conseguiti in questi dieci anni, ha voluto riconoscerne l’elevato contributo che è stato portato alla comunità, ha deciso di inviare a proprie spese alcune insegnanti per collaborare al progetto educativo.
Ma, mentre l’asilo procede regolarmente nello svolgimento del progetto pensato, si è dovuto affrontare un nuovo problema: quello dei bambini denutriti.

E allora avanti con nuove idee, nuove ricerche, nuovi impegni, ma alla fine il “Pensionato” prende consistenza. Qui potranno vivere tutta la settimana quei bimbi che approdano all’asilo di Miranda in condizioni fisiche precarie.
Per loro si è creato un luogo accogliente e sereno. I volontari non si tirano indietro, ma per garantirne il mantenimento c’è bisogno di nuova solidarietà, di nuovi sostenitori, di persone che pur vivendo qui in Italia hanno lasciato o mandato un po’ del proprio cuore là nell’immenso Brasile dove tutto è grande, ma dove anche i cuori di chi riceve la nostra solidarietà, sono sempre straripante di gioia, di riconoscenza, di sorrisi e di tanto tanto amore. 

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Questo è il Brasile che abbiamo incontrato e che non possiamo lasciare da solo, perché il “donare” fa grande non solo il cuore, ma tutte le cose.