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De Stefani: torno nel mio Nepal, serve aiuto

13/07/2015

De Stefani: torno nel mio Nepal, serve aiuto

Castigione. L’alpinista per la prima volta dopo il terremoto nel Paese dove ha costruito una scuola.

Il 25 aprile scorso la terra tremò in Nepal e fu un disastro. Migliaia i morti e il Paese in ginocchio. La gara alla solidarietà partì anche dalle colline moreniche grazie all’alpinista mantovano Fautso de Stefani (e alla Fondazione Onlus Senza Frontiere di Castel Goffredo) che, a Kirtipur, in Nepal, ha costruito negli anni una scuola.

Gli edifici della Rarahil Memorial School non sono stati toccati dal sisma. Più volte nelle conferenze di queste settimane De Stefani ha sottolineato e ricordato come sia stato fondamentale il lavoro di progettazione degli edifici che, grazie alle moderne tecniche di costruzione, non hanno subito danni. “Era per noi un obbligo morale costruire queste scuole in modo corretto, farle funzionare bene e garantire l’incolumità alle persone che le frequentano” ha ricordato.
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Da quel 25 aprile, dunque, lo scalatore è stato costantemente in contatto con il Nepal e martedì mattina è partito dopo un lungo tour di solidarietà, per andare a controllare la situazione e coordinare sul luogo la macchina degli aiuti.

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L’alpinista in questi due mesi ha lavorato giorno e notte, tra confernze, dibattiti, incontri, serate, per riferire quanto stava accadendo e raccogliere fondi. “Parto soddisfatto, soprattutto per l’affetto che ho trovato nei miei confronti e, ancor di più, per la credibilità che siamo riusciti a trasmettere e che in questo momento si è concretizzata in una serie di aiuti che mai mi sarei aspettato” ci ha raccontato con la voce e gli occhi pieni di stupore.
Fausto ha corso molto, in tutto il nord Italia, con il Trentino che ha dimostrato grande partecipazione e sensibilità tanto da ospitare serate ed eventi, ma ha anche staccato un assegno per finanziare gli aiuti coordinati da Fausto.

Molte amministrazioni, tra cui Castiglione delle Stiviere e Medole, hanno devoluto i loro compensi ai progetti di Fausto; associazioni private, il Rotary, negozi, ma anche gruppi di cittadini e amici dell’alpinista hanno cercato, in questi mesi, di rispondere all’appello di De Stefani.


Non ultima Cecilia Strada, figlia di Gino, ed Emergency. L’ospedale è ospitato nella scuola di De Stefani e questa sinergia, racconta l’alpinista, “fa si che oggi siamo in grado di sfamare 7000 persone al giorno, con riso e lenticchie un pasto base ma che in questo periodo è prezioso. Il nostro obiettivo è arrivare a 10.000 pasti al giorno, vedremo come fare”.

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Il personale di Emergency ha il compito di andare nei villaggi per vedere la situazione delle persone “perché la gente tibetana difficilmente chiede aiuto – racconta De Stefani – sono persone con un alto senso di dignità, e la mia paura sono proprio i villaggi isolati, quelli dove serve percorrere sentieri stretti e di montagna”.

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Il personale di Emergency è da ormai un mese nella scuola di Kirtipur e, ora, con la presenza di Fausto in Nepal si lavorerà per gestire, in modo coordinato anche con il governo, questa fase delicata di ricostruzione della normalità quotidiana. “Il lavoro che ci aspetta è difficile – dice Fausto – il caos è molto, ma siamo fiduciosi di poter lavorare bene, anche con il governo che sta attraversando un momento difficile e non sempre riesce a coordinare al meglio il tutto.

Ma noi andiamo con la volontà di aiutare e non di creare confusione e costruire barricate”.

Tratto da Gazzetta di Mantova Luca Cremonesi